Mediterraneo, le vacanze più suggestive
Con più di 300 milioni di arrivi internazionali ogni anno, circa un quarto del movimento totale dei viaggiatori, il bacino del Mediterraneo rappresenta una delle mete turistiche più gettonate al mondo. Ma come sta cambiando il settore del turismo nell’area del Mediterraneo oggi? E qual è il ruolo dell’Italia in questo contesto? Non è certo facile rispondere in maniera definitiva al quesito. In questa breve analisi dei dati che è possibile rintracciare in rete svolta da Ufficio Vacanze si tenterà di delineare lo stato del comparto e i suoi possibili sviluppi futuri.
L’egemonia turistica del Mediterraneo si è andata affermando nel corso degli anni ed uno degli elementi che hanno contribuito in maniera determinate a questo successo, rendendo il Mediterraneo un luogo di turismo di massa, è stato negli anni cinquanta e sessanta il boom della catena di hotel Club Med che ha promosso nell’immaginario collettivo un’idea di Mediterraneo quale luogo esotico dove il riposo e il relax erano la parola d’ordine. Le vacanze al Club Med testimoniavano inoltre il successo degli sforzi economici post bellici che garantivano a tutte le famiglie la possibilità di godere di un viaggio estivo all’insegna dello svago e del divertimento.
Mentre nella sponda nord del Mediterraneo si trovano aree che sul turismo hanno investito tradizionalmente nel corso degli anni tanto da diventare leader mondiali nel settore (Italia, Francia, Spagna e Grecia) soprattutto per l’offerta mare, solo in anni più recenti si è assistito alla crescita del turismo nella zona est e in quella sud. Per citare qualche dato basti pensare che se negli ultimi venti anni Italia, Francia e Spagna sono cresciuti tra il 20 e il 40% in termini di arrivi, la Croazia ha fatto registrare un +270%, il Marocco +170% e la Turchia un +500%.
Tensioni politiche, crisi finanziaria e non ultimo la paura per il terrorismo hanno contribuito a disegnare, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, un Mediterraneo a due velocità. Esempio da manuale è il caso dell’Egitto che, se nel 2010 aveva fatto registrare il dato più importante della sua storia turistica con oltre 14 milioni di arrivi segnando un +210% rispetto al 1995, nel 2016 è riuscito con fatica ad arrivare a 9 milioni. Stesso trend in contrazione si registra per la Turchia con un -10%, la Tunisia con -19% e appunto l’Egitto con -46%. Sempre secondo questi dati si segnala poi una diminuzione dei flussi turistici anche in Grecia e Francia. Ad aver tratto vantaggio da questo stato di crisi pare siano Cipro (+32%), la Croazia con un +17%, la Spagna con +14% e Malta con un +13%.
Per quanto riguarda l’Italia, i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo parlano di una lenta ma costante crescita confermata dagli operatori nazionali e internazionali secondo i quali i motivi della ripresa del turismo nel nostro paese, che incide per il 12% sul Pil nazionale e per l’11,6% sul tasso di occupazione, sarebbero da rintracciare nell’accenno della ripresa economica, nel potenziamento delle strutture ricettive e delle infrastrutture e, soprattutto, nella maggiore sicurezza dell’Italia rispetto all’insicurezza reale o percepita di altre mete fino a poco tempo fa molto di successo come il Mar Rosso, la Turchia, l’Egitto e la Tunisia.