Belgio, turismo fa rima con birra
Sono 160 i birrifici del Belgio, la maggior parte dei quali concentrati nelle Fiandre, oltre un centinaio. Ecco perché sono numerosi gli appassionati che considerano il Paese la patria della birra, anche se in effetti, solo per rimanere nel continente europeo, tedeschi, inglesi e cechi avrebbero sicuramente qualcosa da ridire.
Certo è però che una simile concentrazione si riscontra in poche aree del pianeta e che le modalità di produzione del biondo nettare da quelle parti hanno ispirato numerosi altri sistemi operativi, al punto che l’Unesco non ha avuto difficoltà ad inserire tre anni fa la cultura della birra belga nell’elenco del patrimonio immateriale dell’umanità.
Per valorizzarlo e per cercare di convincere i più diffidenti che quello specifico prodotto in Belgio è più ricco e organoletticamente più convincente, le Fiandre hanno predisposto una sorta di itinerario tematico in quindici tappe attraverso i migliori birrifici del territorio, ciascuno dei quali si prende la responsabilità di certificare non solo la bontà della sua birra, ma anche di quella dell’intero Paese.
Una sorta di grande vetrina in cui i mastri birrai possono dare il meglio di sé a tutto vantaggio di quanti si mettono nella giusta disposizione d’animo per cogliere ogni minimo dettaglio al gusto e all’olfatto.
Sorseggiare una birra nel luogo preciso in cui viene prodotta e magari fare due chiacchiere con chi ha messo insieme ingredienti e competenze per raggiungere quello specifico obiettivo sono valori aggiunti che effettivamente non hanno prezzo.
Due le tipologie selezionate: le TapRoom, ovvero le sale interne ai birrifici in cui degustare il meglio della produzione, spesso aperte in orari riservati e dunque da verificare prima della visita;
i BrewPub, cioè i locali adiacenti ai birrifici in cui si può anche mangiare qualcosa in accompagnamento. In ogni caso a dare soddisfazione alle papille gustative saranno le tante e tante varietà di birra differenti che si potranno assaggiare e confrontare fra loro, per creare la propria personale beer-list.
In un ipotetico percorso da ovest ad est la prima sosta è prevista a Watou, poco sotto Bruges, alla Sint Bernardus, dove è possibile sorseggiare una delle sue birre di abbazia in terrazza ammirando il panorama sottostante; a seguire ecco la De Dolle, a Esen, quindi la Fort Lapin e la De Halve Maan (quest’ultimo è l’unico birrificio rimasto a conduzione familiare) a Bruges; a Izegem c’è la D’Oude Maalderij, dove la sala degustazioni è stata allestita in una sorta di museo dell’antiquariato, mentre poco distante, a Moen, ecco l’Alvinne.
Il top a Gent, presso la Dok, in cui sono in funzione oltre trenta spine che garantiscono assaggi anche di altre aziende che condividono però la stessa filosofia produttiva, un vero paradiso per gli amanti del genere; poco più a sud la T-Verzet e ad est, a Mechelen, Het Anker, uno dei birrifici più premiati del Paese e ad Anversa la Antwerpse, fino a raggiungere Bruxelles, dove spiccano la Brussel Beer, uno dei luoghi più cool della città, e la Cantillon, in pieno centro.
Il tour si chiude passando per Tildonk, nella fattoria che produce la Hof ter Dormal, e Houthalen, nel castello De Dool (Ter Dolen è la birra), per finire a Lovanio: qui, dove c’è la sede della più grande multinazionale di birra al mondo, un piccolo birrificio (Domus) riserva il suo paradisiaco prodotto solo a quanti vogliono sfidare i colossi dello standard birrario e assaggiare una rarità direttamente dalle sue spine.
Altrove non si trova: ecco il segreto.