Inghilterra: il Kent, una costa da fantascienza
di Gianluca Ricci
Se uno le vedesse profilarsi all’orizzonte senza avere un minimo di cognizioni storiche, penserebbe di essere stato improvvisamente catapultato in un imprecisato momento del futuro prossimo. Oppure, nella migliore delle ipotesi, sul set di un film di fantascienza, di quelli in cui il pianeta è reso invivibile da qualche maleficio extraterrestre e alcuni irriducibili si convincono di poter resistere e si arroccano in strutture arrugginite ma efficaci dal punto di vista bellico.
Un panorama che si direbbe tipico di una sceneggiatura cinematografica più che della romantica costa inglese del Kent. Eppure è proprio là che si trovano quelle che sono state chiamate le “fortezze marittime Maunsell”, piattaforme militari poste durante la seconda guerra mondiale sull’estuario del Tamigi a protezione dell’imboccatura navale per Londra, minacciata dalla marina e dall’aviazione tedesche.
Le strutture non richiamano nessun’altra forma architettonica simile ed è per questo che il pensiero va ai tanti film di fantascienza in cui compaiono ambientazioni di fantasia paradossalmente ispirate a quelle che si trovano sul mare di fronte alla cittadina di Whitstable.
Oggi sono diventate una delle attrazioni turistiche più importanti del territorio e hanno addirittura finito per oscurare la fama del litorale, noto come la “perla del Kent” e famoso soprattutto per la bontà delle sue ostriche.
Ma le fortezze si sono lentamente imposte alla curiosità dei visitatori, che hanno iniziato a frequentarle con una intensità sempre maggiore, al punto che oggi si organizzano tour guidati in barca che arrivano fino alle basi degli enormi piloni che le sostengono.
Già, perché si tratta di piattaforme realizzate al di sopra di pilastri di cemento posizionati su chiatte fatte affondare per reggere la dislocazione. Al di sopra si trovavano una postazione radar e quattro cannoni antiaerei, mentre gli oltre cento uomini di “equipaggio” – all’epoca furono assimilate alle imbarcazioni che pattugliavano la Manica a difesa delle coste britanniche – erano ospitati nei sette piani ricavati all’interno delle sezioni dei pilastri.
Furono tra gli strumenti più efficaci tra quelli utilizzati per arginare l’offensiva tedesca seguita all’invasione della Francia del 1940, tanto che ad essi si deve l’abbattimento di 22 aerei, 30 razzi V1 e una motosilurante. Al termine delle ostilità le fortezze furono di fatto abbandonate: alcune di esse crollarono sotto i colpi delle tempeste, altre a causa di speronamenti da parte di alcune navi, ma quelle che si salvarono a partire dei primi anni Sessanta diventarono sedi di varie radio pirata, visto che si trovavano di fatto al di fuori delle acque territoriali inglesi e dunque non potevano subire l’intervento della magistratura.
Nel 1965 Paddy Roy Bates si spinse oltre e, dopo aver creato su una di esse la solita radio, decise di trasformarla nella sede del Principato di Sealand, rivendicando il diritto all’indipendenza.
La vicenda fu risolta alla radice dal governo inglese con la modifica della definizione delle acque territoriali e la faccenda si esaurì lì. Ma oggi la gente arriva da quelle parti anche per questo: incredibile come delle bizzarre costruzioni militari abbiano potuto incidere così tanto sull’immaginario collettivo. Eppure la loro forza oggi è proprio questa.