Strisce pedonali 3D: Gauti Ívar Halldórsson

Di Gianluca Ricci

 

Per ridurre l’alta velocità degli automobilisti che sfrecciavano senza ritegno per le strade dell’abitato, nella cittadina di Ísafjördur (Islanda) hanno avuto una bella pensata: dipingere le strisce pedonali sull’asfalto in modo che dessero la sensazione a chi sopraggiungeva in auto o in moto che emergessero dalla strada come blocchi galleggianti.

Effetto tridimensionale, insomma, un trucco per costringere chiunque fosse alla guida di un veicolo a credere di trovarsi di fronte ad un ostacolo fisico e dunque a rallentare decisamente.

L’idea è venuta a Gauti Ívar Halldórsson, l’amministratore delegato della Vegamálun, l’azienda che ha creato le particolari strisce pedonali: durante un viaggio in India si era trovato a percorrere una strada sulla quale erano state realizzate strisce pedonali simili a quelle poi dipinte sull’asfalto della sua città e la sua prima reazione era stata quella di frenare pesantemente e di avvicinarsi al presunto ostacolo con molta prudenza, salvo accorgersi solo alla fine che la tridimensionalità era fittizia, garantita solo da un astuto intervento di disegno.

Intanto però era stato costretto a diminuire la velocità e a garantire che l’avvicinamento a quelle stravaganti zebre era avvenuto nel pieno rispetto del codice della strada.

Memore dei tanti incidenti avvenuti nella sua città d’origine, nonostante il numero basso di abitanti, Halldórsson tornò in patria con un progetto ben preciso, quello di rendere finalmente sicuri gli attraversamenti pedonali della sua città.

Presentò l’idea agli amministratori che acconsentirono a realizzare un esperimento per verificare l’effetto.

Furono sufficienti due settimane per sottoscrivere le carte necessarie, soddisfare i burocrati che vivono anche da quelle parti e dipingere materialmente le strisce sull’asfalto.

Fu un successo: la percentuale di incidenti è diminuita pesantemente e la Vegamálun ha iniziato a produrre strisce pedonali a tre dimensioni una dopo l’altra. Cina, India e Russia hanno adottato il sistema già da tempo e pare che funzioni davvero: la cosa incredibile è che anche i guidatori locali, ai quali è nota la presenza dell’illusione ottica, ogni volta che si avvicinano a quel disegno tridimensionale non riescono ad evitare di pigiare il pedale del freno, perché occhio e cervello reagiscono quasi involontariamente allo stimolo.

Ovviamente non tutti gli attraversamenti sono stati realizzati nello stesso modo, altrimenti l’effetto si perderebbe e anche la spontaneità delle reazioni sarebbe vanificata dalla ripetitività dei gesti: a ricevere questo particolare trattamento sono stati solo i punti più strategici della viabilità cittadina, nei quali gli incidenti sono diminuiti davvero, con grande soddisfazione di tutti.

Forti della efficacia di tali interventi, anche alcuni amministratori del nostro Paese si sono interessati alla questione e, per non essere da meno, hanno proposto la realizzazione sperimentale di una segnaletica orizzontale simile a quella.

L’efficacia si è mantenuta inalterata anche alle nostre latitudini, dove però ci si è dovuti scontrare con la solita burocrazia: non è ancora chiaro a tutt’oggi se è possibile, in base alle norme del codice della strada, adottare soluzioni simili per dipingere le strisce pedonali.

Eppure non si tratta di bizzarri graffiti realizzati da adolescenti a caccia di notorietà, bensì di reali strumenti in grado di contrastare gli incidenti urbani, che rimangono, com’è noto, i più numerosi e pericolosi fra quelli che accadono sulle strade di tutto il mondo.