La Grande Muraglia croata: Ston e le sue fortificazioni
Quarantuno torri e sette bastioni per cinque chilometri di mura, ancora oggi pressoché intatte: è questo lo straordinario patrimonio storico che può vantare il minuscolo borgo di Ston (Stagno in italiano), incastonato fra mare e colline lungo la strada che sulla litoranea Spalato-Dubrovnik porta alla penisola di Pelješac.
Rimasto indenne da quasi sette secoli di guerre più o meno devastanti, ultima quella che ha coinvolto la Croazia con gli ex coinquilini jugoslavi, il complesso risulta oggi uno dei più singolari al mondo, visto che la lunghezza delle sue mura, interamente percorribili dopo una paziente opera di restauro durata anni e non ancora terminata, è seconda solo a quella imbattibile della Grande Muraglia cinese.
L’enorme sforzo della loro edificazione ebbe inizio con la fondazione della città, nel 1333: si rese subito necessario procedere a creare una fortificazione sufficientemente valida per difendere le preziosissime saline che erano state costruite nelle vicinanze, sulla costa ben protetta dalla penisola che in italiano si chiama Sabbioncello.
Fu uno dei più grandi cantieri urbanistico-militari d’Europa e richiese per la sua realizzazione quasi due secoli, un lasso di tempo infinito durante il quale il porto e le saline furono oggetto di assalti dal mare, sempre respinti grazie alla conformazione dei luoghi. Al termine del lavoro, salutato nel XVI secolo come un capolavoro dell’ingegneria di tutti i tempi, torri, mura e fortezze tagliavano in due la penisola, rendendo l’abitato uno dei luoghi più sicuri del mondo allora conosciuto.
Tramontata la Repubblica di Ragusa, tramontò anche la città di Ston con le sue mura, che divennero oggetto di sistematico saccheggio da parte dei nuovi abitanti che lì si approvvigionavano del necessario materiale da costruzione, fino a che una potente scossa di terremoto non diede loro il colpo di grazia. Ma la paziente opera di restauro a cui le autorità croate decisero di sottoporre il complesso riuscì a riportare in vita quell’impareggiabile serpentone di pietre, oggi diventato una delle attrazioni più singolari del Paese.
Numerosi sono gli edifici meritevoli di una visita accurata, dalla Veliki Kastio, la fortezza più imponente eretta sul lato sudoccidentale, nei pressi delle saline, alla fortezza di Koruna, presso le mura di Stagno Piccolo, dal forte Bartolomeo, sulla collina di Pozvizd, al monastero francescano. Come si dice in queste occasioni, un vero scrigno di tesori, custodito con cura e mostrato al mondo con grande orgoglio.
Sbalorditiva la vista che si gode dalle mura, interamente percorribili lungo tutta la loro estensione: colpisce in particolare il panorama che si può ammirare dalla fortezza di Pozvidz, dalla quale l’occhio può comprendere in un solo colpo l’intero perimetro delle fortificazioni e il porticciolo sottostante, caratterizzato da un’acqua straordinaria dai colori smeraldini.
Al di fuori della cinta muraria sono ancora in funzione le saline per proteggere le quali si diede il via alla costruzione di quella imponente cintura protettiva: si tratta dell’impianto più vecchio d’Europa nel suo genere, suddiviso in bacini regolari a ciascuno dei quali è stato assegnato il nome di un santo.
In questo modo si è forse voluto ringraziare chi sta più in alto per aver contribuito a salvaguardare un vero gioiello dell’architettura antica.