Babbo Natale? Viene dalla Turchia
Gianluca Ricci
Babbo Natale? È turco.
Sono molti coloro che, influenzati dal battage pubblicitario e dall’iconografia del consumismo, ne attribuiscono i natali alla Scandinavia o, al massimo, agli Stati Uniti.
E nonostante a nord abbiano trasformato la sua leggenda in realtà costruendo case e parchi nel ghiaccio, mentre invece in America si siano dati da fare per precisarne le fattezze usando i colori di una nota bibita gassata, le origini di Santa Claus vanno cercate in Turchia.
Si trattava in effetti di san Nicola, il greco che divenne vescovo della città di Myra intorno alla metà del III secolo a.C. Il ritrovamento di alcuni resti significativi in una chiesa del distretto di Demre sembra aver spazzato ogni dubbio, così come la veridicità del racconto secondo cui le sue spoglie oggi si troverebbero nella chiesa a lui dedicata a Bari, dopo essere state trafugate 700 anni fa da alcuni devoti marinai.
Il vescovo di Myra si caratterizzò per la sua straordinaria generosità, ma sono state due leggende che lo videro protagonista a fortificare l’identificazione: secondo la prima, San Nicola avrebbe salvato tre ragazzine dalla prostituzione donando al padre il denaro sufficiente per pagare i debiti a causa dei quali avrebbe perso le sue amate figlie; la seconda invece narra che il vescovo abbia smascherato l’assassino di tre ragazzi resuscitando le sue vittime.
Ecco spiegato il motivo per cui San Nicola è sempre stato collegato ai bambini e alla generosità. Come sia però riuscito a diventare Santa Claus e a spostare l’ambientazione della sua leggenda nel nord Europa è un percorso complesso da giustificare.
Pare che la causa scatenante sia stata la Riforma protestante: poiché essa abolì il culto dei santi, dalla Germania in su ci si trovò sguarniti nel giustificare ai bimbi il fatto che la notte del 25 dicembre qualcuno si introduceva nelle case e portava i doni. Impossibile pensare a Gesù Bambino, visto che nell’immaginario collettivo mai e poi mai sarebbe stato in grado di calarsi nei camini e portare con sé pesanti sacchi colmi di ogni ben di dio.
Così si iniziò ad alimentare la storia secondo cui il piccolo Gesù doveva farsi aiutare da qualcuno più forte e resistente di lui: a quel punto entrarono in scena i krampus, aiutanti e controllori del buon comportamento dei bambini, a loro volta aiutanti di San Nicola.
Che poi emigrò con il suo carico leggendario in nord America per farsi dare un vestito e un aspetto rassicurante e tornò in Europa pronto a diventare quel Santa Claus, generoso portatore di doni, come tutti oggi lo conosciamo.
Una genesi un po’ astrusa, che però mette insieme, perlomeno nella sua parte iniziale, l’elemento magico con quello religioso, i due aspetti che permettono al vecchietto con barba bianca e renne al seguito di continuare a fare proseliti fra le nuove generazioni.
E tutto sommato che si tratti di un vescovo turco o di un anziano scandinavo, per di più vestito come una lattina, poco importa: l’importante è che la notte del 25 dicembre continui a mantenere lo stesso alone di magia, quella che ha accompagnato la genesi della sua storia fantastica.