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Dalla Svezia all’Italia: il muro della gentilezza per lasciare un cappotto a chi ha freddo

IL MURO DELLA GENTILEZZA

Muro della gentilezza per lasciare un cappotto a chi ha freddo

 

In una società sempre più incattivita, la gentilezza è una rarità.

Quasi ci meravigliamo quando qualcuno urtandoci per la fretta ci chiede scusa oppure ci cede il suo posto in metro o sull’autobus.

Eppure succede, e quando succede ci sentiamo tutti un po’ meglio. Perché per essere gentili in fondo basta davvero poco.

Un sorriso, una frase carina, un cappotto. Sì, un cappotto da appendere al muro per chi ha freddo.

Si chiama “The wall of kindness”, il muro della gentilezza, ed è un’iniziativa benefica che sta facendo il giro del web grazie alle foto pubblicate sui social.

Apparso in Svezia, a Uppsala, il muro è stato allestito in strada da un’agenzia immobiliare con tanto di ganci e attaccapanni.

Qui tutti possono lasciare cappotti, abiti caldi e altri indumenti che potranno essere presi da chi ne ha bisogno.

Il muro della gentilezza incoraggia la gente a donare, soprattutto nei mesi freddi dell’anno, abiti che non si usano più e che persone meno fortunate possono usare per ripararsi dal gelo.

Non solo per clochard, ma anche per quanti non hanno la possibilità di acquistarli.

Il primo wall of kindess è apparso nel 2015 in Iran a Mashhad, una metropoli da 2,5 milioni di abitanti nel nord est del Paese.

Un giorno qualcuno ha piantato dei chiodi in un muro e ci ha appeso degli attaccapanni. Accanto una scritta: «Se non ne hai bisogno, lascialo. Se ti serve, prendilo».

Nel giro di poche ore hanno iniziato ad accumularsi maglioni, pantaloni, cappotti.

Da allora di muri della gentilezza ne sono apparsi tantissimi in moltissime città del mondo. In Pakistan, Cina, Svezia, ma anche in Italia.

Più precisamente a Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, per iniziativa della Caritas e della Diocesi del piccolo comune.

Un’opera caritatevole che non aiuta solo i clochard, ma anche le famiglie indigenti e che ha subito riscosso ammirazione e successo.

Grazie anche al passaparola dei social siamo certi che molti altri posti del mondo prenderanno esempio da loro, perché non tutti i muri nascono per dividere.

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