East Cape, Sudafrica: un compendio della storia dell’uomo
Se tutto è relativo, anche il Sudafrica può avere un est e un ovest, pur immersi nel profondo sud di un continente che sotto di sé null’altro ha se non, a migliaia di chilometri di distanza, i ghiacci eterni dell’Antartide.
E ad est si trova la provincia dell’East Cape, 170mila chilometri quadrati raccolti intorno al capoluogo Port Elizabeth che la frenesia del turboturismo ha lasciato un po’ in disparte, complice la spiacevole aria di apartheid che si è respirata da quelle parti per qualche decennio.
Un vero peccato, perché se gli uomini avessero compreso prima che la suddivisione in razze è una fesseria sesquipedale, il Sudafrica, e quella specifica zona del Paese, avrebbero conosciuto un destino assai più prospero. Ecco perché l’East Cape è costretto a fare i conti con gli anni più bui della storia dell’uomo e a ripercorrere a ritroso quei momenti a caccia di testimonianze che permettano una buona volta di dire davvero “mai più”.
È da East London infatti che parte il “Mandela Childhood Tour”, un itinerario che tocca i luoghi simbolo della vita e delle opere di quel Nelson Mandela che cambiò per sempre i destini del suo Paese, fino a raggiungere il villaggio di Mveso, sperduto agglomerato di abitazioni dove nacque, e Qunu, dove invece crebbe l’eroe del Sudafrica: si trova qui la tomba dove è sepolto dal 2015, si trova qui il Mandela Museum, dedicato alle sue imprese, non tanto un luogo celebrativo, quanto un vero e proprio centro di studi sulle vicende legate al triste fenomeno dell’apartheid.
A Howick invece è possibile ammirare il monumento che ricorda il luogo in cui il giovane Mandela venne arrestato per la prima volta nel 1962, mentre spingendosi fino ad Alice si possono ripercorrere i momenti in cui frequentò i corsi di legge all’Università di Fort Hare per diventare avvocato.
Per rivivere le sensazioni dei suoi momenti più difficili è però necessario spostarsi in altre province, a Soweto, dove visse gli scontri più duri, a Pretoria, dove si trova il Freedom Park, ma soprattutto a Cape Town, sede del carcere di massima sicurezza in cui trascorse 20 anni della sua vita.
Rimanendo invece nell’East Cape, è possibile fare un altro salto in uno dei momenti topici della storia dell’umanità: si tratta della Riserva di Nahoon Point, uno dei luoghi naturalisticamente più belli dell’intero continente africano, affacciato com’è sull’Oceano Indiano e caratterizzato da un paesaggio costituito da sentieri e ponti di legno che attraversano foreste, dune costiere, baie incontaminate, ma che soprattutto può contare su un luogo come la Bat’s Cave.
Qui nel 1964 due operai entrati per riposarsi un po’ scoprirono delle impronte umane ed animali impresse sulla volta della grotta: si trattava di antichi fossili corrispondenti alle impronte di un bambino, a quelle di due antilopi e di un uccello, risalenti a 124mila anni fa. Sono tutt’oggi le più antiche impronte umane rinvenute sul nostro pianeta, una testimonianza che fa di questo territorio un vero compendio della storia dell’essere che più di ogni altro ha dato la sua impronta al luogo in cui vive.